Festival delle Arti Performative – Terracina Centro Storico
03 Agosto 2019
Rocco Lancia
nasce a Roma il 15 luglio 1970;
giovanissimo si trasferisce a Parigi con la sua famiglia. Vivere in una delle capitali mondiali dell’arte non può non influenzare una personalità tanto sensibile quanto attenta alle discipline artistiche. Trasferitosi nuovamente in Italia, metterà l’arte al centro del suo percorso di studi, frequentando dapprima il Liceo Artistico di Frosinone “Anton Giulio Bragaglia”, dove approfondisce tematiche legate al Surrealismo e alla Pop Art. Prosegue il proprio percorso formativo iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Roma in Via Ripetta, si laurea in scenografia nel 1996.
Affianca il noto scenografo Dante Ferretti presso gli studi cinematografici di Cinecittà in Roma. Vince nel 1999 il primo premio per il manifesto del Festival Internazionale del Folklore ad Alatri (Fr). Nel 2000 sente nuovamente il bisogno di tornare nella sua Parigi lavorando come aiuto scenografo per l’Istituto del Mondo Arabo e la Bibliothèque National “François Mitterand”.
Da circa 15 anni vive stabilmente in Italia, dove si dedica ininterrottamente alla sua attività pittorica; organizza sistematiche personali di pittura, segue estemporanee ed eventi culturali, coordinando anche giovani artisti attraverso l’Associazione Artqube del quale è fondatore. Una grande passione riconoscibile in un talento naturale che l’artista ha perfezionato attraverso una vasta ricerca e sperimentazione pittorica.
Nel 2013 nasce Rocco Fluo, uno stile riconoscibile dei sue opere realizzate con colori fluorescenti.
Nel 2017 inizia la collezione Gold &Black, con colori prevalentemente oro e nero realizzata su sacchi del caffè, la bevanda di Napoli.
Nota critica :
Rendere visibile attraverso il colore e la tela uno stato d’animo che non può che essere del tutto personale, l’utilizzo di colori così vivi testimoniano e sottolineano l’urlo di rabbia verso situazioni statiche e quasi inamovibili del nostro tempo attraverso una rappresentazione pittorica “tradizionale”, in quanto figurativa, prendendo in prestito da quello stesso tempo immagini e stereotipi. E’ ciò che accade in questa esposizione personale che prende avvio invece da un assioma, dal grido fatto di colori resi attraverso una semplice richiesta lontano dal frastuono e dal caos e da lì la composizione di un “opere” di donne, assenti, anche solo per un momento attraverso i sensi: l’udito e la vista.
Soggetti POP che aspirano a diventare soggetti SACRI. Rielaborazione di immagini che sono sotto gli occhi di tutti sottratte all ’invisibilità per farle diventare “vedibili” con colori irreali senza distaccarsi mai dalla cosiddetta “riconoscibilità dell’immagine”.
Rocco Fluo Rosa è la nuova personale dell’artista incentrata sul colore, da sempre elemento con il quale giocare e strumento di sperimentazione.
Da quando inizia a dipingere con le sue tematiche ludiche e surreali, il pittore sperimenta il colore con varie forme, accostamenti e tecniche. Anche quando si avvicina, durante gli anni parigini (tra il 2000 e il 2003) per un breve tempo all’arte astratta il colore è per lui necessità di esprimere ciò che ha da dire. Il colore quindi segue la sua evoluzione pittorica, tipicamente neoespressionista è l’intenzione di trasportare su grandi dimensioni colori forti e densi, violenti se vogliamo, così come è neoespressionista la rappresentazione figurativa, con tematiche molto diverse tra loro fino ad arrivare ad una conclusione: il colore è luce e i soggetti rappresentati devono essere fatti di bagliori e di colori irreali quali sono i colori fluorescenti […]
I suoi modelli a volte reali ma anche ideali, sono icone che si trovano sul web, sulle pagine patinate di riviste, o persone che posano per l’artista. La predominanza di soggetti femminili che diventano più facilmente “iconizzabili” non mette in ombra i soggetti maschili che” risultano essere ben rappresentati nelle diverse tematiche.
I soggetti fluo emanano bagliori in contemporanea con la nostra società che vuole a tutti i costi apparire, scintillando e “uscendo” dall’anonimato e dal buio, la corsa e frenesia bloccati dall’uso della tela, qualcosa che rimane e non si logora.
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#fuoricontrollofestival